martedì 3 marzo 2009

Helena



Helena desiderava molto, per vendetta o per amore, provare il gusto di un’ altra bocca. Assai stanca, umiliata, un ombra vagante nella cascina decadente. Non sapeva niente, si sposò a diciotto anni con un uomo che poteva essere suo padre. Sei anni passati e si era ritrovata massaia e qualche volta moglie.

Annusando la varechina, vestendo sempre stracci e sfregando il pavimento macchiato. Quel giorno sarà differente, aspettò che il marito uscisse e prese la saponetta comprata di nascosto. Fu una soddisfazione usare il suo rasoio per depilarsi le gambe, le ascelle e il pube. Rise mentre toglieva l’ affilatura della lama, lui sempre gridava ai quattro venti che era un uomo “all’ antica” e non ammetteva le Bic. La vasca rimase piena di peli e lei se ne infischiò. Usò l’ avanzo della colonia e sorrise davanti allo specchio giallognolo.

In quel luogo niente era idoneo. Dalle tubature alle pentole ereditate dalla suocera, tutto era fatiscente. Spazzatura. Il postino arrivò alla solita ora e cominciò ad infilare le buste nella cassetta. La donna spalancò la porta, nuda e con un sorriso provocante. Da molto si scambiavano sguardi, il massimo dell’ intimità accadde a Natale quando timidamente, lei gli donò una busta con la mancia. Toccò con la punta delle dita le mani minute della ragazza tanto bella e maltrattata.

Adesso erano appena i due in quella impazienza tormentosa. C’ era il pericolo di essere sorpresi e rapidamente era dentro lei. Muovendosi frettolosamente, pretendeva venire ed allontanarsi da quel posto il più presto possibile. Non importava quanto lei fosse eccitante, non avrebbe mai immaginato tanta dolcezza, perse la nozione del tempo. La visione del corpo abbandonato sul tavolo, completamente alla “mercè” dei suoi desideri era irresistibile. Ripeteva a bassa voce il nome, appassionato e baciandola Helena, dentro a Helena, respirando il profumo di Helena…Helena…Helena…Helena…


**********
Nessuno ama il tradimento
Un’ ombra si avvicinò alla casa. Fece un giro ed entrò dal garage, che era aperto.
Il tradimento non sarà perdonato. No certo.
La porta della sala si aprì. L’ offesa sarà vendicata.
La scure si abbattè per lo meno sette volte. Il grido giunse alla prima, che troncò una gamba.
La seconda troncò un braccio.
La terza troncò l’ altra gamba.
La quarta troncò l’altro braccio.
La quinta mozzò una delle cosce.
La sesta troncò una delle spalle.
La settima pose la scure affondata nell’ addome.
Lo sguardo iniettato di sangue cadde sopra il postino. Nel suo ultimo alito, pronunciò il nome di lei. Ora sarebbe tutto ricominciato nuovamente.


Giselle Sato & Pedro Faria (trad. Maurizio Gennari)
Testo Originale: Helena

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