lunedì 16 marzo 2009

Il profumo



Sentì l’acre odore di sudore mescolato al deodorante a buon mercato. La cameriera si intimorì con lo sguardo penetrante del cliente e lo servì rapidamente. Federico lasciò il sandwich nel piatto, concentrato sulla ragazzina sudata. Già da tempo aveva rinunciato a capire il perché di quella sua crescente percezione olfattiva.
Nella metropolitana si sentiva afflitto quando il vagone si riempiva. Pigiando tanto i corpi si sentiva stordito…rintronato. Viziato
Vizio che prese proporzioni gigantesche fino a trasformare la sua piccola e pacifica vita.

Il profumo della moglie provocò la fine del legame. Intensamente dolce, nauseante e soffocante. In più c’ era la donna di servizio assunta da poco.
Lei si, aveva il profumo della gatta in calore, un odore di muschio selvaggio impossibile da resistere. Rientrava prima dal lavoro per incontrare Rosina. Inventava lavori superflui per trattenere la domestica. Quel giorno le chiese una torta di cioccolato, la implorò in nome della nostalgia dell’ infanzia e lei accettò.

Nella cucina americana mal entravano e ogni momento s’ intralciavano. Rosina sentì il respiro caldo del padrone sul suo collo e sorrise.
Rizzando il sedere formoso e impennato. Federico non nascose l’ erezione. Rosina già da tempo aveva intuito l’ interesse non si ritrasse.
Fu l’incontro della fame con l’appetito. Li per li si trovarono avvinghiati sul pavimento del salotto, i vestiti strappati di dosso con la fretta di amanti disperati. Nuda, Rosina era toccata con dolcezza, annusata in tutte le fessure con un piacere mai visto. Eccitata all’ estremo, bramava la penetrazione che non si verificava:- Scopami, ho una gran voglia…Vieni qui….

Provò a toccare il cazzo ma lui non permise, conquistò una leccata ma fu scostata con
fermezza.
Tentò in tutte le maniere e l’uomo non chiedeva niente di più che sfregare le narici sul suo corpo vibrante di tensione. L’ odore di Rosina era sufficiente. Irritata e insoddisfatta, decise di andarsene. Federico al contrario, era felicissimo e non gliene importò quando udì lo sbattere della porta.

La ragazza uscì dall’ ascensore imprecando. Quando vide il portinaio non si controllò nel raccontargli i particolari più schifosi. Nello stesso giorno il palazzo ne era al corrente. Federico dovette cambiare rione.


Giselle Sato (trad. Maurizio Gennari)
Testo Originale: O cheiro

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