
UNO
Dopo la morte della madre, viveva turbata dalla paura. Sentiva il fardello dei peccati chel’opprimeva. Le iettature della defunta Carola.
Durante la Messa del settimo giorno, riunì le forze e si avvicinò al confessionale.
Tremava, il fazzoletto sulla testa asciugava il continuo gocciolio di sudore .
Rinunciò.
Nella stessa notte, il casino festeggiò il ritorno di “Maria la Bocchinara”
DUE
Là durante la Messa della domenica. Sull’ inginocchiatoio pregava chiedendo perdono.
Usciva allegra e confortata.
Un giorno il parroco perse la pazienza:
- Ma non ti vergogni? Lo sai che andrai all’ inferno se continuerai con questa vita?
- Mi sottometto a João Capeta e a Zé Diabo , lavoro solo con cose sporche. Neanche da morta riuscirò a stare in pace?
TRE
C’ è una cosa che non ammetto: -Niente come ahi Mio Dio,… ahi Mio Dio,…. ahi Mio Dio!
Giselle Sato (Trad. Maurizio Gennari)
Testo Originale: A filha da Carola es seus pecados
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